
Le alterazioni del ritmo cardiaco o aritmie cardiache sono in assoluto la patologia più frequente che possa interessare il nostro cuore. Si calcola che quasi il 90% di noi è destinato a soffrirne almeno una volta nella vita e pur essendo spesso benigne e del tutto fugaci e occasionali e quindi non in grado di mettere in pericolo la vita della persona che ne soffre né di dare sintomi rilevanti, in alcuni casi rappresentano una vera e propria minaccia immediata o a breve termine sia per la salute che per la sopravvivenza del paziente.
Le aritmie possono manifestarsi sia in un cuore sostanzialmente sano (in questi casi si parla di disturbi elettrici cardiaci primitivi) in altri casi in presenza di alterazioni strutturali del muscolo cardiaco legate a malattie congenite o acquisite.
I sintomi sono molto variabili e dipendono sostanzialmente dal tipo e dalla gravità delle aritmie che si manifestano, andando dal semplice “tuffo al cuore” in genere provocato dalle semplici extrasistoli, al cardiopalmo o palpitazione, a sensazioni di svenimento o vere proprie sincopi, nei casi più gravi è necessario intervenire con una rianimazione cardiopolmonare ed eventualmente una defibrillazione esterna per scongiurare il peggio.
Oggi disponiamo fortunatamente di molti strumenti diagnostici e di terapie farmacologiche ed interventistiche innovative, oltre che di conoscenze molto più approfondite della etiologia di questi disturbi rispetto per esempio a soli 20 anni or sono ed è pertanto fondamentale in caso di sintomi sospetti rivolgersi al proprio medico di fiducia ed eventualmente ad uno specialista, per escludere una patologia aritmica o porre una diagnosi corretta ed in caso di necessità instaurare una terapia idonea al caso clinico.
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